Vi è mai capitato di dover ideare qualcosa di completamente nuovo? Forse no, ma certamente prima poi vi capiterà di dover ideare qualcosa. Ecco, invece di fare tutto il lavoro e poi vedere come va (sperando che vada bene, ovviamente) potere fare un passo alla volta, testare, modificare e poi procedere. Questo è il metodo Lean Startup che vi descrivo oggi. Poi condivido tre riflessioni dopo l’ultimo evento Apple. 😀
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Giochiamo con gli MVP!
Il Minimum Viable Product, conosciuto in ambito startup con l’acronimo MVP, è uno dei punti cardine del Lean Startup, il framework ideato da Eric Ries e Steve Blank e basato sul concetto di “Build-Measure-Learn”, un processo di sviluppo, misurazione e apprendimento che ha il fine di adattare il prodotto alle esigenze e necessità dei clienti con rapidi loop che riducono al minimo lo spreco di tempo e denaro.
Questo concetto è utilizzabile anche in progetti aziendali, che spesso falliscono proprio perché non vengono testati a sufficienza prima del lancio sul mercato (e poi si scopre che non andavano bene!)
L’MVP è un prodotto con caratteristiche “appena” sufficienti da poter essere immesso sul mercato ed utilizzato dai primi clienti— gli early adopters — che offriranno feedback per lo sviluppo del prodotto stesso e per la realizzazione di ulteriori test. Questi loop di test, apprendimento e modifica, portano alla realizzazione della versione finale che include le feature richieste dal mercato. L’MVP permette interagire subito con il mercato, permettendo di testare l’idea e raggiungere il fit tra problema e soluzione, prima di realizzare il prototipo finale.
Se non ti vergogni della prima versione del tuo prodotto significa che l’hai lanciato troppo tardi. - Reid Hoffman, co-fondatore di Linkedin
Capiamo meglio
In rete circola questo esempio molto carino, che vedete raffigurato sotto.
Il cliente vorrebbe un'auto. Con opportune ricerche scopriamo il suo bisogno: "devo andare da A a B più velocemente" e l’auto è solo una possibile soluzione a questo problema (→ l’auto è solo una metafora, pensa a qualsiasi situazione di sviluppo prodotto o ).
Secondo il concetto dell’MVP, dovremo fornire al cliente una soluzione minima che consenta di andare da A a B e che possa essere testata con lo scopo di ricevere dei feedback, ad esempio uno skateboard.
È improbabile che il cliente sia soddisfatto perché non è un auto, ma in questa fase non stiamo cercando di rendere felice il cliente, ma vogliamo saperne di più, imparare. Idealmente, il team lo spiega chiaramente in anticipo al cliente, in modo che non sia troppo deluso, anche perché lo skateboard è in realtà un prodotto effettivamente utilizzabile che aiuta il cliente ad andare da A a B.
Quindi diciamo al cliente “non ti preoccupare, il progetto non è finito, puntiamo a costruire un'auto, ma nel frattempo per favore prova lo skateboard e dacci un feedback“.
Pensa in grande, ma realizza con piccoli incrementi funzionalmente fattibili. La domanda chiave infatti è "qual è il modo più economico e veloce con cui possiamo iniziare a imparare?"
Il metodo Lean Startup offre un modello di sviluppo basato su questi tre step:
Elencare ipotesi
Testare e ricevere feedback
Convalidare o invalidare le ipotesi
Non è necessario testare il prodotto su tutti gli utenti e non è necessario creare un prodotto per testare qualcosa. Testare un prototipo anche su un singolo utente può essere utile ad imparare qualcosa in più.
Ad esempio, avete un’idea per un nuovo servizio? Prima di sviluppare il servizio potete testare se è attrattivo oppure no, semplicemente creando una landing page con una priority list, fate ADV e vedete se le persone cliccano e si iscrivono alla mailing list per essere informati su quando sarà attivo il servizio.
Ma torniamo all'esempio dello skateboard, il cliente ci dice “OK, mi porta più velocemente. Ma è instabile. Cado troppo facilmente”. Quindi cercheremo di risolvere quel problema, o almeno di saperne di più. Nella versione successiva, il prodotto si trasforma in qualcosa di simile a un monopattino, “ma io vorrei stare seduto”, e allora ecco la bicicletta.
Potreste dire: “ma non avremmo dovuto già saperlo attraverso un'analisi anticipata delle esigenze del cliente?” Vero, ma vi posso dire due cose che si realizzano quasi sempre:
Quasi mai il cliente sa esattamente cosa vuole (Steve Jobs docet)
Quasi sempre, indipendentemente da quante analisi tu abbia fatto, rimarrai sorpreso quando vedrai la prima versione del prodotto nelle mani di un utente reale e scoprirai che molte delle tue ipotesi risultano lontane dalla realtà.
Certo, si possono fare delle analisi in anticipo e sono molto utili, ma la cosa più importante è iniziare a creare prototipi da testare, è lì che avviene il vero apprendimento.
Naturalmente, questo modello è particolarmente adatto per il software perché può essere “trasformato” mentre procediamo con lo sviluppo, al contrario dell'hardware in cui si deve ricostruire ogni volta. Tuttavia, anche nei progetti di prodotto c'è un enorme vantaggio nel creare MVP per osservarne l’utilizzo da parte del cliente. Attenzione: posso usare gli MVP anche per testare singole parti di prodotto, o meglio, singole variabili su cui ho fatto un’ipotesi.
Insomma, avete capito come funziona il modello. A questo punto potrei aggiungere un motore e creare una motocicletta e soddisfare il cliente. Potremmo terminare il progetto prima del previsto, oppure il cliente potrebbe scegliere di continuare con le modifiche per ritrovarci con una macchina probabilmente diversa (e certamente migliore) da quanto avremmo potuto immaginare.
Conclusioni
Se sai cosa stai facendo e il tuo prodotto ha pochissima complessità, e magari hai costruito quel tipo di cose centinaia di volte, allora vai avanti e costruiscei senza problemi.
Ma se gli sforzi di sviluppo di un prodotto o progetto sono complessi e rischiosi, l'approccio classico troppo spesso porta a enormi e costosi fallimenti.
Quindi la domanda chiave è “qual è il tuo MVP, o meglio, qual è il tuo skateboard”?
Pensa allo skateboard come a una metafora della cosa più piccola che puoi mettere nelle mani degli utenti per ottenere un feedback. Così da oggi puoi apportare modifiche e imparare, invece di seguire semplicemente il piano e sperare per il meglio.
Vuoi sapere come progettare usando gli MVP? Sono a tua disposizione.
Tre cose che possiamo imparare da Apple
L’8 marzo scorso Apple ha fatto la sua consueta presentazione dei nuovi prodotti. La presentazione era virtuale, come quelle degli ultimi periodi dell’era Covid. Cosa possiamo imparare? Mi sono segnato tre spunti che ritengo molto importanti.
1 - Il colore diventa una feature
Apple ha la capacità di fare una presentazione su un nuovo colore.
Ci pensate? Wow, il nuovo iPhone verde!
Quante volte avete portato sul mercato dei prodotti in vari colori? Tante, anzi sempre. Quante volte avete “esaltato” l’arrivo di una nuova colorazione? Mai.
Apple ha una capacità incredibile nel far passare qualsiasi scelta come un evento. Quindi prendete nota per la prossima volta, se rinnovate un prodotto già sul mercato o ne aggiungete una feature, questa cosa va celebrata. È una cosa eccezionale e va comunicata come se, finalmente, sia stata sanata una terribile mancanza: ora in verde alpino.
2 - Quando fai un prodotto pensa sempre a come lo svilupperai in futuro.
Questa è una cosa eccezionale in cui Apple è semplicemente unica. Ha una capacità di visione incredibile usano molto la tecnica dei tre orizzonti che vi ho raccontato qui.
Insomma che vuol dire? Vuol dire che quando fanno un prodotto non pensano solo al prodotto fine a sé stesso ma hanno già la visione di come sarà il prodotto tra qualche anno, in pratica ne progettano anche la sua evoluzione. Questa capacità di visione permette di preparare il terreno per gli sviluppi futuri. Ad esempio mettere una tecnologia che sarà usata in futuro.
Apple ha presentato il chip M1 Ultra, senza entrare in tecnicismi, è un oggetto dalle prestazioni incredibili. Ma qual è lo spunto? M1 Ultra usa una tecnologia (Ultra fusion) che permette di connettere due chip (di solito la connessione è nella scheda madre ma questo porta a numerosi compromessi) in modo da comportarsi ed essere identificati dal software come un unico chip.
Cioè, Apple ha progettato un’architettura e predisposto una tecnologia che avrebbe usato più avanti per metterne insieme due processori M1 Max e farne un chip più potente. È una cosa semplicemente pazzesca.
3 - Ragiona in termini di linea di prodotto
Quando Apple lancia un prodotto ragiona sempre in termini di linea di prodotto, anche se è un prodotto singolo inizialmente, quel prodotto diventa poi una base per una nuova linea. Quando lancia prodotti nuovi, aggiorna anche i vecchi e li tiene in vendita a prezzi più bassi. In questo modo, nel tempo crea un layer che tra prezzi e prestazioni copre il mercato e crea un “tappo” per i concorrenti. L’iPhone esiste in 4 formati (mini, normale, pro, pro max) + il nuovo iPhone SE, con una fascia di prodotti da 500€ a 1500€ e così via. Ovvio che il loro posizionamento è alto ma su quella fascia creano un layer difficile da penetrare per un concorrente.
Concludo ricordandovi che Apple spesso riesce addirittura a trasformare le mancanze o i punti di debolezza in features. Pensate al notch, sembrava una cosa orribile, ma è finito per diventare un elemento iconico degli iPhone, oppure le ottiche sporgenti dal corpo, che sembravano una cosa poco riuscita ma che ora hanno anche tutti gli altri.
News selezionate per te.
Ecco una selezione di notizie trovate in rete:
È uscito l’elenco di Fast Company con le aziende più innovative del 2021. Chi c’è ai primi cinque posti? Moderna, Pfizer, Shopify, SpaceX e SpringHill
👉 LinkMcDonald lavora sull’experience retail e lancia la SkyKitchen nell’aeroporto di Sydney. La cucina è racchiusa in un cubo di vetro giallo. Dopo aver preparato gli ordini, gli addetti li fissano a una specie di “seggiovia” per gli Happy Meal - che li trasporta dalla cucina al bancone.
👉 LinkÈ esploso anche in Italia il “Buy now, Pay later”. Cioè, compri il prodotto e paghi in tre comode rate, ma senza tutte le beghe del finanziamento classico, basta un click. In Italia abbiamo addirittura un unicorno: Satispay. (bravi!). Lo avete già implementato nei vostri e-commerce? Le vostre vendite vi ringrazieranno.
👉 Link
Il libro della settimana
Visto che abbiamo parlato del metodo Lean Startup non posso che proporvi il libro di Eric Ries, qui in versione italiana. È veramente utilissimo, non solo per lanciare nuovi prodotti, ma per qualsiasi progetto a contenuto innovativo.
Lo strumento della settimana: Hemingway App
Dovete scrivere un testo? Ecco il sito (o l’app) che fa per voi; Hemingway vi aiuta a scrivere meglio, in modo più sintetico e più leggibile, insomma più efficace. È nata per l’inglese ma funziona anche in italiano.
Con questa perla che vi svelo, non vi diranno più che non sapete scrivere!
YouTube - Il modello di Business Razor&Blades
Vi ripropongo il video sul modello Razor&Blade che sta avendo buon successo. Ne sto producendo altri per completare la serie sui modelli di business più diffusi, stay tuned!
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The end.
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Giacomo
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