In questa Newsletter vi presento un bell’articolo sul Design Thinking, qualche numero di Apple, una considerazione sui siti internet delle aziende, un’intervista a Seth Godin e la puntata di GM Show dedicata alla comunicazione e al copywriting con Paolo Guglielmoni aka Dottor Copy.
Come dico sempre, sono ancora agli inizi, ma ogni settimana cerco di migliorare il contenuto. Se ti piacciono questi contenuti, condividili pure!
Buona lettura!
Siete su Clubhouse? Allora seguitemi (@gmelani) per non perdere le prossime iniziative. Martedì sera ci troveremo con Paolo Guglielmoni (@dottorcopy) nella prima puntata di Advertising Fight e discuteremo degli Spot del Super Bowl 2021. Retroscena, scandali ed errori, in uno show senza censure, non perdelo!
Non avete visto gli spot? No problem, ecco qua una mia selezione di spot
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(Nota: al momento l’app esiste solo per iPhone)
Il Design Thinking serve soprattutto a porsi le giuste domande
Il Design Thinking è ormai uscito da tempo dagli studi di design per affrontare il mondo del businss. In un interessante articolo di Dennis Hambeukers si cerca di fare chiarezza su cosa voglia dire esattamente Design Thinking e su come possa portare realmente valore solo se è utilizzato nella sua interezza.
Dennis ci ricorda che Design non vuol dire soltanto “fare il mondo più bello”, ovvero il design non si riferisce solo al mondo esteriore e a problemi di natura estetica, anche se questa è certamente una missione che fa parte dell’anima stessa del design. Non è neanche soltanto problem solving, come viene pensato generalmente nel mondo del business.
In realtà il Design Thinking è una metodologia che aiuta a porsi le giuste domande, perché solo confrontandosi con le domande giuste prossiamo identificare correttamente il problema e a qual punto sviluppare la fase di execution, ovvero risolvere il problema del modo migliore.
Solve the right problem. Solve the problem right
Questo approccio è ben identificato dal noto modello Double Diamond, in cui nella prima parte si identifica e si definisce il problema (Frame the problem) ponendosi le domande giuste, mentre nella seconda parte di esplorano le possibili soluzioni per poi sviluppare quella che fa match con le 3 variabili fondamentali di una soluzone di successo: Feasibility (Aspetto tecnologico), Desirability (Aspetto umano), Viability (Aspetto business). Come citato precedentemente, nel mondo del business molti si fermano a questo secondo diamante ma, senza il primo, ovvero senza aver identificato correttamente il problema, come possiamo essere sicuri di portare sul mercato la soluzione giusta? Il mondo è pieno di soluzioni in cerca di un problema!
Qui l’interessante articolo pubblicato su Medium
Nota finale: Questo articolo è molto interessante anche perché reppresenta un perfetto parallelismo con la strategia. Quando dobbiamo progettare una strategia prima di inseguire le soluzioni, è necessario inquadrare correttamente il problema. Molto spesso le aziende si concentrano immediatamente sulle soluzioni e questo è uno delle cause più frequenti di fallimento dei progetti di strategia. Si progetta una strategia efficacissima nel risolvere il problema sbagliato!
I risultati di Apple
Qualcuno diceva tempo fa che Apple non era più in grado di vendere gli iPhone. Si, come no.
La chiusura della prima trimestrale del 2021, che copre però gli ultimi tre mesi del 2020, è da record: 111,44 miliardi di dollari di fatturato con 28,6 miliardi di profitti. Una trimestrale con un +21% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
💥 E per la prima volta ci sono più di un miliardo di iPhone attivi al mondo
Anche se tutti i settori sono in evidente crescita, a far la parte del leone è sicuramente iPhone. Apple non diffonde i dati ma gli analisti hanno calcolato che le vendite di iPhone abbiano contribuito a creare 65,60 dei 111,44 miliardi di dollari di fatturato. Nello stesso periodo dello scorso anno gli iPhone avevano fatto registrare vendite per 55,96 miliardi di dollari
❗️L’effetto dell’arrivo di iPhone 12 sul mercato è stato dunque dirompente.
Apple ormai da anni sta spingendo sempre più sui servizi e recentemente ha anche lanciato Apple One, il pacchetto di servizi all inclusive che in un unico abbonamento inclue più servizi.
Questo settore è diventato il secondo settore più profittevole con 15,76 miliardi di dollari, in netto aumento rispetto ai 12,71 miliardi del Q1 2020.
Vi ricordate quando dicevano che Apple Watch era un fallimento? Beh, la terza voce in ordine di importanza è quella definita "Wearables, Home and Accessories" che si ferma poco sotto i 13 miliardi di dollari rispetto ai 10 miliardi del Q1 2020.
👉 Gli Apple Watch in circolazione hanno superato i 100 milioni. Anche tu lo stai indossando in questo momento?
Sono andati bene anche i Mac che, nel bel mezzo di una rivoluzione con il processore proprietario M1, hanno contribuito a far salire le vendite fino a 8,68 miliardi di dollari.
Infine, anche la divisione iPad cresce molto e arriva a 8,43 miliardi di dollari di fatturato (+2 rispetto all’anno precedente).
Insomma, un’azienda che fa numeri da capogiro e sembra non sbagliare un colpo da anni.
4 Ristoranti diventa Digital
Ho visto la nuova serie di 4 Ristoranti, il celebre programma televisivo con Alessandro Borghese. La puntata era sui ristoranti di Milano con il servizio delivery.
Cosa ha destato il mio interesse? Che in questa puntata l’ordinazione al ristorante era fatta da un tablet e il giudizio sul ristorante passava anche dalla user experience del sito. La qualità dell’esperienza veniva giudicata con la voce "Location digitale" ed inserita tra i parametri usuali. I commenti erano quindi sulla UX, colori, foto, facilità d‘uso ecc.
E così mi sono chiesto: con che frequenza un’azienda analizza il percepito di un potenziale cliente che arriva sul sito? Secondo me pochissime volte. Questo perché spesso il sito viene percepito come qualcosa di esterno (non core) all’azienda e che la stessa sia una cosa diversa.
Niente di più sbagliato. Il sito È l’azienda.
Come nel caso dei ristoranti in cui il sito diventa location, dobbiamo ricordare che in un mondo digitale il sito è l’azienda e il percepito della stessa passa dall’experience che vive l’utente. Quindi è un tema strategico da progettare con attenzione.
Seth Godin: «Gli influencer sono il passato, caduti nella trappola dei social»
Seth Godin ha rilasciato un’interessante intervista al Sole 24 Ore in occasione del lancio del suo nuovo ibro “La Pratica”, edito per l’Italia da Roi Edizioni e in uscita da mercoledì 17 febbraio.
«Il futuro degli influencer appartiene già al passato. Perché nella maggior parte dei casi coloro che vengono definiti influencer non lo sono affatto. Piuttosto sono hacker egoriferiti legati alle pubbliche relazioni, e per giunta spesso scarsamente remunerati. D’altronde raccontarsi sui social media è una corsa che non porta alcun vantaggio, perché nel lungo periodo non genera né attenzione e né fiducia. Nella stragrande maggioranza dei casi i social sono una trappola. Certamente ci forniscono un microfono, ma sta poi soltanto a noi decidere come utilizzarlo al meglio».
Secondo Godin la vera cosa importante è l’esperienza autentica del cliente, un mosaico di aspettative racchiuse nei suoi bisogni spesso disattesi e nel suo vissuto da ascoltare.
Infine, un passaggio interessante su come devono essere i leader: «Intanto partiamo dal presupposto che i leader sono esploratori: scoprono volontariamente cosa c’è dopo. E non è una scelta facile, perché i leader spesso si sbagliano e hanno molte priorità con cui destreggiarsi. L’obiettivo non è adattarsi al contesto, bensì fare la differenza. Quindi essere controcorrente.»
Leggi l'intervista al Sole24ore
Lo strumento della settimana
Questa settimana vi segnalo Powtoon, un sito che vi permette di realizzare video animati partendo da un template. Ci sono decine di template e l’editing è molto semplice. Un sito interessante per realizzare brevi video aziendali.
GM Show - Episodio 6 - Paolo Guglielmoni
In questa puntata conversiamo con Paolo Guglielmoni (aka Dottor Copy) su temi di comunicazione, copywriting, advertising circolare, pubblicità e tanti altri temi legati al mondo della comunicazione e raccontati con grande maestria dal "Dottor Copy". Una puntata ricchissima di spunti, in pratica una lezione di comunicazione e copywriting.
Assolutamente da non perdere!
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This is the end, my friend
Per questa settimana finisce qui. Mi raccomando, siate curiosi, fatevi domande e commentate liberamente. Mi aiuterete a migliorare.
Giacomo
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