Oggi parliamo di prodotto e di come Apple, sia un’azienda straordinaria che crea prodotti in cui ogni minimo dettaglio è pensato per un’esperienza utente di livello superiore. Poi parliamo del refresh del logo Mulino Bianco, una semplificazione per essere più incisivo e trasmettere un messaggio di positività e attenzione alla natura.
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4 lezioni da Apple
Il 7 settembre c’è stata la presentazione Apple che usualmente si concentra sul rilascio dei nuovi iPhone. Questa volta c’è stata la presentazione dell’Apple Watch, delle nuove Airpods e poi dell’iPhone 14.
Le presentazioni dei prodotti Apple sono sempre interessanti e ricche di stimoli e osservandole con attenzione si possono ricavare molti insegnamenti. Cosa ho imparato questa volta? Direi 4 lezioni, scopriamole insieme.
Prima lezione: la cura del dettaglio
La cosa che mi affascina maggiormente di Apple è la capacita di curare ogni dettaglio, anche se veramente piccolo (altrimenti non sarebbe un dettaglio!). Non so se ve ne siete mai accorti, ma anche i dettagli più insignificanti vengono progettati con cura maniacale. Apple è una delle pochissime aziende al mondo che riesce a farlo. E lo fa anche su oggetti molto piccoli, dove il dettaglio è allo stesso tempo fondamentale e difficile da lavorare viste le dimensioni.
Ma se sono solo dettagli perché li devo curare così tanto?
Perché tanti dettagli curati creano un’esperienza significativamente superiore. E possiamo dire che l’effetto non è additivo, ma moltiplicativo.
Prendete in mano un Apple Watch, toccatelo, osservatelo nei dettagli e poi prendete uno smartwatch concorrente. Non c’è storia. Tutta questa attenzione ovviamente viene fatta pagare profumatamente, ma il “piacere” di toccare quell’oggetto è impagabile. D’altra parte se è lo smartwatch più venduto al mondo, con più di 100 milioni di pezzi venduti, un motivo ci sarà.
Nella foto sopra vedete l’Apple Watch Ultra
Seconda lezione: se non puoi batterlo, fattelo amico
Lo diceva Giulio Cesare, “Si non potes inimicum tuum vincere, habeas eum amicum”, Apple è maestra nell’applicare questa massima e l’ultimo esempio è “Dynamic Island”.
Quando l’ho visto alla presentazione ho pensato immediatamente che fosse una genialata pazzesca, chapeau ad Apple per il ribaltamento del punto di vista: se non posso eliminarlo allora lo maschero anzi, lo trasformo addirittura in una parte importante dell’interfaccia.
Capite quanto questo ragionamento sia pazzesco? Per anni sono stati criticati per il notch che, detto tra noi, è diventato anche un elemento identificativo dell’iPhone (chiunque guardando lo schermo, capisce che è un iPhone). E loro, che fanno? Te lo mettono al centro dell’interazione. Non solo, gli danno un nome e lo trasformano in una caratteristica unica sul panorama degli smartphone. E in un colpo, il notch non esiste più. Se non è geniale questo…
Terza lezione: il job-to -be-done è l’essenza.
Tutte le volte che Apple presenta qualcosa c’è qualcuno che dice.. “sì ma il brand X ha questa nuova tecnologia da due anni” e come mai, mi chiedo io, la sua tecnologia non si è così diffusa? (es. Apple Pay vs. gli altri sistemi di pagamento)
Se guardate una presentazione di Apple, noterete che tutta la tecnologia sviluppata non è mai fine a sé stessa, ma al servizio delle persone. Siamo del regno del job-to-be-done.
Qual è il compito di base di qualsiasi dispositivo Apple? Supportare le persone nel raggiungere i propri obiettivi.
Le nuove feature di iPhone 14 vanno in questa direzione e qualsiasi innovazione è pensata per “migliorare la vita delle persone” e permettere loro di realizzarsi.
Sei un creativo e vuoi disegnare? Ecco iPad e penna. Vuoi fare video? IPhone e Final Cut. Vuoi fare sport? Apple Watch. Vuoi fare sport estremi? Apple Watch Ultra.
Quarta lezione: l’ecosistema
L’ultima lezione da tenere a mente è la capacità di Apple di creare un ecosistema. I prodotti interagiscono fra di loro quasi per magia. Avete mai provato ad usare gli auricolari con il telefono? Esperienza unica. Come quella tra iPhone a Mac o tra iPhone e iPhone. Applicazioni che si passano i dati al volo, progetti iniziati su un device e terminati su un altro, dispositivi che si riconoscono e anticipano i bisogni dell’utente. Insomma, quando in Apple pensano a un prodotto, lo pensano all’interno di un ecosistema completo, in cui gli elementi convivono e dialogano.
Conclusioni
Dopo aver letto questi quattro spunti, tornate in azienda e ponetevi quattro domande sui vostri prodotti:
Quante volte avete trascurato un elemento di un vostro prodotto o progetto perché tanto era solo un dettaglio? Nei prodotti che state sviluppando, avete una cura maniacale dei dettaglio oppure fate compromessi al ribasso…tanto chi se ne accorge?
Cosa avete fatto quando avete incontrato un ostacolo che pareva insormontabile? Provate a cambiare punto di vista e a trasformare l’ostacolo in un punto di partenze per costruirci sopra qualcosa si nuovo sovvertendo l’ordine delle cose. In Apple avevano già affrontato il problema con lo stabilizzatore ottico delle immagini. Sapete cosa hanno fatto? Non riuscivano a stabilizzare le lenti perché ormai erano un gruppo troppo “pesante” per i microattuatori disponibili. Allora hanno ribaltato il punto di vista: invece di mettere gli attuatori sulle lenti, hanno tenuto ferme le lenti e montato l’attuatore direttamente sul chip ottico. Spettacolo.
Avete mai usato il jobs-to-be-done per i vostri prodotti? Capire quale “lavoro” deve fare il prodotto aiuta a costruire una proposta vincente. In questa newsletter vi ho parlato spesso del job-to-be-done (qui un mio video su YouTube). Lavorare con questa metodologia è un passaggio essenziale per costruire valore per il consumatore.
Quando progettate e portate un prodotto sul mercato, pensate ad un prodotto stand alone o ad un prodotto immerso nel vostro ecosistema e pensato per poter dialogare facilmente con gli altri vostri prodotti? Lo fanno in pochi ma dà un vantaggio pazzesco e crea una forte identità ai prodotti che lanciate sul mercato. Voi lo avete mai fatto?
Mulino Bianco rinnova il logo
Mulino Bianco ha appena presentato il nuovo logo che non era stato più toccato dal 2005. Il nuovo logo, firmato da Futurebrand, è già da oggi sui canali digitali del marchio e arriverà nelle prossime settimane anche sulle confezioni dei prodotti.
Ma cosa è cambiato?
Il logo si presenta ora con font un po’ più lineare e contemporaneo, un mulino maggiormente stilizzato (più pulito rispetto al passato) e una grafica aggiornata al gusto attuale con i fiori e le spighe ridisegnati per essere “fumettosi” ma allo stesso tempo realistici (si riconoscono una margherita e un papavero, tipici fiori dei campi italiani). Infine, il logo si arricchisce della presenza di un’ape, per testimoniare l’impegno nella salvaguardia della biodiversità. In sintesi un logo che vuole trasmettere una maggiore vicinanza alla natura, sia in termini di prodotto che in termini di salvaguardia dell’ambiente.
L’obiettivo del restyling è rendere la marca ancora più iconica e rilevante in un contesto in forte cambiamento. Nella nuova versione rafforziamo i nostri valori e in particolare vogliamo porre l’accento sul rapporto con la natura, che diventa un territorio da proteggere - Julia Schwoerer, responsabile marketing Mulino Bianco
Una delle cose che colpiscono subito è la scomparsa dell’endorsement Barilla, infatti sparisce il logo Barilla dal packaging. La riflessione è che il marchio Mulino Bianco è diventato così forte da non avere più bisogno del supporto della casa madre.
Osservando il nuovo logo mi rendo conto di alcune cose che vi riporto qui:
L’endorsement Barilla c’è sempre stato ma sono almeno trent’anni che Mulino Bianco è capace di stare tranquillamente in piedi da solo: meglio tardi che mai
Il cambio di font è pressoché invisibile, ve ne accorgete solo confrontando le due versioni: grande fatica per poco, anche se in effetti è più gradevole e leggibile (forse anche un po’ più banale).
La grafica più stilizzata e fumettosa si adatta bene ai media digitali e ai piccoli display dei telefoni. I fiori di prima erano di fantasia, mentre ora si riconoscono chiaramente papaveri e margherite: più vicini alla natura
Per segnalare l’attenzione alla biodiversità hanno inserito un’ape nel logo: ve ne siete accorti? Un dettaglio per dire che Mulino Bianco è attenta a questo tema.
In definitiva, è un restyling che rende il logo più piacevole e adatto ai tempi che corrono e che cerca di comunicare gli sforzi di Barilla nel rispettare sempre di più la natura. Ce la faranno? Non lo so, però intanto lo dichiarano e si prendono delle responsabilità.
News selezionate per te.
Ecco una selezione di notizie trovate in rete:
Innovazione, l’Italia non è fra i leader in Europa: solo al 16mo posto. È quanto emerge dalla classifica 2022 della Commissione Ue che mappa il livello di innovazione degli Stati membri.
👉 LinkIl Robot Fast Food Cook costa meno della metà di un lavoratore umano. Nala Robotics ha lanciato un robot da fast food che dice può friggere ali di pollo, patatine fritte e altri cibi, condirli e cucinarli tutti in modo autonomo. Si chiama "The Wingman" ed è disponibile per l'affitto a $ 2.999 al mese.
👉 LinkDopo un decennio di crescita esplosiva, Mark Zuckerberg ha annunciato l'intenzione di congelare le assunzioni e ristrutturare alcuni gruppi all'interno dell'azienda. In particolare, pare che abbia detto a diverse persone di preparare le scatole di cartone…
👉 Link
Il libro della settimana: L’algebra della felicità
The L'algebra della felicità. Appunti sulla ricerca del successo, dell'amore e del senso della vita.
Scott Galloway ha pubblicato un nuovo libro, diverso dal solito, che attinge dal suo personale bagaglio di aneddoti per condividere con il lettore la saggezza maturata affrontando le sfide della vita. Sfrontato, godibile e sorprendentemente toccante, “L'algebra della felicità” offre una prospettiva inusuale su ciò di cui tutti hanno bisogno per raggiungere il successo professionale e l'appagamento personale.
Il libro è ideale per un giovane neolaureato come pure per chiunque stia attraversando un periodo di smarrimento e incertezza. E direi che in questo periodo ci può stare.
Scott Galloway - L’algebra della felicità
Il video della settimana: Jeff Bezos
Questa è probabilmente la prima intervista rilasciata da Jeff Bezos su Amazon. E’ un documento incredibile e fa capire come alle soglie del 2000 il business dell’e-commerce era una cosa totalmente innovativa. 5 minuti da non perdere assolutamente per conoscere la visione di Bezos quando ancora l’azienda era una piccola startup che vendeva libri.
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The end.
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