Oggi parliamo di Amazon e di come riesca a trasformare alcuni dei suoi servizi in macchine da soldi, uno spunto di riflessione per tutti. Poi parliamo di Swatch che ha visto nuovamente le code davanti ai suoi negozi, grazie alla collezione MoonSwatch. 😀
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Valorizza i tuoi asset come fa Amazon!
La maggior parte delle persone pensa che Amazon “faccia i soldi” con l’ecommerce, beh a dire il vero tante persone pensano anche che Amazon sia solo un ecommerce, ma in realtà non lo è.
O meglio, non lo è più. Oggi è una complessa galassia di servizi che ovviamente comprendono anche l’ecommerce. La cosa più incredibile è che Amazon, nel tempo, è diventata molto altro e oggi “fa i soldi” attraverso tante attività che le persone comuni neanche vedono.
Partiamo dall’inizio. (perdonate le molte semplificazioni)
Amazon ha cominciato la sua avventura vendendo libri e lavorando ottimamente sulla coda lunga. Infatti, grazie ai suoi magazzini, l’allora libreria on-line poteva offrire un’infinità di titoli, anche quelli che vendevano 10 copie, al contrario delle librerie tradizionali che per motivi essenzialemente di spazio, si concentravano sui best seller e qualche altra categoria. Questo ha permesso ad Amazon di conquistare moltissimi clienti che non trovavano nelle comuni librerie i loro libri preferiti.
Questo è stato uno dei primi motivi per il successo di Amazon, che presto ha iniziato a vendere CD e poi piano piano si è espanso in moltissime categorie, arrivando a coprire migliaia di referenze, una diversa dall’altra.
Nel tempo è diventata molto brava a gestire magazzini e logistica, che sono diventati i principali elementi del suo successo. Amazon, infatti, non solo ti vende il prodotto, ma te lo porta a casa in un giorno, grazie alla sua formidabile catena distributiva.
“Ma perché tenere per noi tutta questa bella infrastruttura?” avrà pensato Jeff Bezos …
e così Amazon ha aperto la propria piattaforma (e-commerce e logistica) ad altri venditori. Questo ha portato due benefici, il primo è una nuova e consistente fonte di reddito (si paga sia la presenza sull’ecommerce sia la logistica/spedizioni che però è facoltativa, anche se caldamente consigliata). Il secondo è ovviamente un incredibile aumento di offerta per l’utente.
Prime
E poi arrivò Amazon Prime. Voi siete abbonati? Io sì. Prime è stato lanciato nel 2005 come servizio di abbonamento Amazon che offre la spedizione gratuita in due giorni. Durante i primi anni ha ottenuto un consenso limitato da parte dei clienti, ma dopo il 2011 ha iniziato a decollare rapidamente e ora conta oltre 200 milioni di membri in 19 paesi.
L'abbonamento Prime si è evoluto e ora include streaming, shopping, lettura e altri vantaggi, oltre alla spedizione gratuita. Amazon continua ad arricchire l’offerta per convincerti ad abbonarti. Come mai? Beh perché ti leghi ad Amazon. Se sei un abbonato tenderai a comprare da Amazon, a vedere qualche serie di Prime video o usare Alexa. Vediamo adesso qualche dato su Prime:
Prime è disponibile in 22 paesi e ha oltre 200 milioni di membri.
Le vendite durante il Prime Day su Amazon hanno raggiunto 11,79 miliardi di dollari nel 2021.
Amazon non rilascia dati disaggregati ma registra 25,21 miliardi di dollari di entrate annuali da Prime.
AWS
Con l’andar del tempo Amazon è diventata estremamente brava anche nel gestire i suoi sistemi IT e ha pensato, ma perché non farli usare anche da altri?
Ecco che è nata Amazon Web Services, la divisione di Amazon che eroga servizi Cloud e IT in genere, che forse conoscete come AWS. Andatevi a fare un giro su AWS, ci sono tantisimi servizi e molti neanche li conoscevo. La cosa che forse non sapete è che praticamente “mezza internet” (sto esagerando, ma non troppo!) usa i servizi di AWS, da migliaia di startup a giganti come Netflix.
💥 Per farla breve AWS, fondata nel 2006, ha fatturato nel 2021 ben 45 miliardi di dollari e ha contribuito del 59% del risultato operativo di Amazon (Amazon fattura 386 miliardi di dollari). Questo perché ovviamente la marginalità dei servizi venduti è molto maggiore di quella derivante dalla vendita dei prodotti.
Pubblicità
Lascio per ultimo la più interessante e, per certi versi, sorprendente fonte di revenue: la pubblicità.
Sì perché la conseguenza naturale dell’affollamento di prodotti è la necessità di emergere dal mucchio. All’inizio lo si fa con l’ottimizzazione della scheda prodotto, che oggi è la base, ma se volete emergere veramente dovrete fare un po’ di pubblicità.
Fare pubblicità per uscire dalla massa è diventato la norma sia per i grandi marchi, che hanno addirittura delle loro vetrine apposite, sia per i piccoli che, con un modesto investimento, possono avere maggiore visibilità e quindi spingere le vendite.
Qual è il risultato per Amazon?
Cinque anni fa, osservando il bilancio di Amazon c’era una voce “altre entrate” che superava i 4 miliardi di dollari e la maggior parte di questa voce era costituita da pubblicità. Nel 2019 questo dato era cresciuto fino a $14 miliardi e alla fine del 2021 Amazon ha detto che si tratta di un business da 31 miliardi di dollari.
Non vi fa sobbalzare questa cosa?
$31 miliardi sono all’incirca come Google Display, più di YouTube ($20 miliardi nel 2020) o dell'intera attività pubblicitaria dell'industria dei giornali globale!
Conclusioni
Ecco perché Amazon non è più solo un e-commerce, ma una vera epropria galassia di servizi, alcuni anche molto redditizi.
Perché vi dico questo? Perché oggi i confini di mercato sono sempre più labili ed è possibile valorizzare esperienze e asset aziendali in tanti modi. Direste che Amazon è un media pubblicitario? O che è un fornitore di servizi Cloud? Probabilmente no, perché pensate alla sua cosa più visibile, cioè l’ecommerce. Ma abbiamo scoperto che in realtà è molto altro e e anzi, “fa i soldi” con questi servizi.
Perché dovrebbe interessarvi?
Perché anche nel vostro caso sia che produciate brugole o siate una catena retail o vendiate servizi, niente vi può impedire di creare servizi aggiuntivi che vi permettono di incrementare le revenue, magari anche con maggior marginalità.
Oggi è possibile avviare business complementari a quello che già state gestendo, interessante no? Ci avevate mai pensato? Non trascurate questa opportunità di valorizzare gli asset che avete, ispiratevi a Jeff Bezos!
Swatch torna alla ribalta: il caso MoonSwatch
Non so se sarà un fuoco di paglia, ma recentemente Swatch è tornata agli antichi fasti con la linea MoonSwatch.
La settimana scorsa sono apparse di nuovo (dopo molti anni!) lunghe code davanti ai negozi Swatch che, con una grande operazione di marketing, è riucita a creare un’attesa incredibile per questa nuova collezione.
MoonSwatch nasce dalla collaborazione con Omega (brand di proprietà del gruppo) per celebrare il famosissimo Omega Speedmaster Moonwatch che quest'anno compie 65 anni.
La partnership segue l’onda del trend delle collaborazioni tra brand, specialmente tra quelli di lusso e quelli più street, com lo scopo di creare prodotti iconici e proiettarsi nel futuro della Gen Z.
Gli orologi sono realizzati in BIOCERAMIC, un materiale brevettato da Swatch composto da 2/3 di ceramica e 1/3 di materiale derivante dall’olio di ricino. Sono realizzati in 11 colori diversi e ogni orologio ha il nome di un pianeta, mentre sulla corona sono presenti i loghi congiunti OMEGA X SWATCH.
L’orologio non è in edizione limitata e costa €250, ma Swatch ha scelto di metterlo in vendita soltanto nei negozi fisici, in questo modo ha potuto spingere sull’effetto coda creando stupore e curiosità nei passanti.
Che ne pensate? Dopo tanto tempo Swatch torna a far parlare di sé.
Ora, la domanda è questa: voi eravate a conoscenza di questo lancio?
Come facevano tutte quelle persone in coda a sapere che Swatch stava lanciando un nuovo orologio? Avevate mai sentito parlare di MoonWatch?
Se la risposta a queste domande è sempre NO allora vuol dire che non eravate in target e che la comunicaziones social non vi ha raggiunto in alcun modo, mentre i ragazzi della Gen Z lo sapevano tutti.
Solo per dire che i target sono cambiati rispetto anche soltanto a qualche anno fa e se non state attenti, ve li soffiano sotto i vostri occhi. Meditate.
News selezionate per te.
Ecco una selezione di notizie trovate in rete:
Un luxury brand ha davvero bisogno del logo? In questo articolo si parla di Bottega Veneta e le sue borse iconiche che sono la prova che i prodotti di una casa possono parlare da soli.
👉 LinkLe persone stanno tornando in azienda, ma continuano le riunioni in Zoom. Quelli che spingono per il lavoro di persona si chiedono: che senso ha, se ci incontriamo ancora online? Il mondo nel frattempo è cambiato.
👉 LinkElon Musk compra il 9% di Twitter e ne diventa il primo azionista. È appena entrato nel consiglio di amministrazione e sta già proponendo idee per cambiarne il fuzionamento (come ad esempio i tweet modificabili)! Alla fine si comprerà Twitter?
👉 Link
Il libro della settimana
Oggi vi propongo “Open Strategy”. Un libro interessante su come formulare e mettere in esecuzione la strategia. Perché alcune aziende di successo sono in grado di stare al passo con i tempi, adottando e implementando strategie innovative, mentre altre lottano per la sopravvivenza?
Secondo gli autori è perché queste aziende hanno adottato un nuovo modo di elaborare strategie. Invece di mantenere le deliberazioni strategiche all'interno della C-Suite, aprono iniziative strategiche a un gruppo eterogeneo di parti interessate: dipendenti in prima linea, esperti, fornitori, clienti, imprenditori e persino concorrenti.
Open Strategy presenta questa nuova filosofia, strumenti chiave, consigli passo dopo passo e affascinanti casi di studio, da aziende che vanno da Barclays ad Adidas, per guidare i leader aziendali in questo approccio innovativo alla strategia.
Una lettura molto interessante.
Christian Stadler, Julia Hautz - OPEN Strategy
Lo strumento della settimana: Automate
Automate è un’aiuto per automatizzare dei processi che di solito sono monotoni e che richiedono passaggi da un software all’altro. Tipo se ti arriva una mail, aggiorna un campo del DB o cose simili. Ci sono più di 200 connettori che permettono di creare workflow di tutti i tipi, anche molto complessi. Infine, c’è la versione gratuita per iniziare a sperimentare.
YouTube - Intervista a Jeff Bezos
L’ho messa anche sopra visto che parlavamo di Amazon. Vi consiglio di vederla, fa impressione perché siamo nel 1997, solo 4 anni dopo la nascita del web nel 1993, quando il CERN decise di mettere il WWW a disposizione di tutti rilasciandone il codice sorgente in pubblico dominio.
Jeff Bezos aveva le idee già molto chiare e quelle cose che sembrano scontate oggi, sono in realtà visionarie se teniamo conto che siamo nel 1997. 5 minuti da non perdere assolutamente!
Fondata come Cadabra.com il 5 luglio 1994 e lanciata nel 1995, Amazon.com entrò nel mercato azionario il 15 maggio 1997 sul Nasdaq con un prezzo iniziale di 18 dollari per azione (equivalente a $1,50 dopo tre stock split alla fine degli anni novanta).
Ad aprile 2022 le azioni valgono 3175 dollari!
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The end.
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Giacomo
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